Matematica del giro d'olio
Nov 08, 2023
La mia prima esperienza come farmacista è stata a Roma, in una delle Farmacie più belle e suggestive della Capitale, come sostituzione per maternità. Ormai una vita fa. La Dottoressa Sarah, sarebbe andata in congedo il mese successivo al mio arrivo e avendo più o meno la stessa età diventammo subito amiche, complici del fatto che provammo una immediata stima reciproca. La ricordo come una professionista seria e molto pratica, che raccontava con la stessa pacatezza sia delle domande al suo Esame di Stato che di quella volta che il nonno e la nonna, per sfuggire alla polizia entrata nel Ghetto, erano dovuti scappare correndo sui tetti con sua madre ancora in fasce tra le braccia.Raccontava spesso e con molto affetto della nonna: di che grande donna fosse, di quanto fosse colta, di come cucinasse bene, di quanto orgoglio riversasse nel trasmetterle la cultura ebraica.
Mangiare mi è sempre piaciuto molto ed un’insana curiosità mi spinge costantemente a provare cose nuove, era naturale quindi, approfittare e farle mille domande anche perché fino ad allora non avevo mai sentito parlare di Hummus o salsa Tahina. A lei piaceva chiacchierare, a me prendere appunti… È stato così che abbiamo avuto il nostro primo e unico disaccordo.
<< Allora, hai capito? Quando pensi sia cotto aggiungi un giro d’olio.>>
<< Come un giro d’olio? Quanto più o meno?>>
<< No no, devi proprio girare il braccio, così.>>
e cominciò a disegnare un cerchio immaginario a mezz’aria.
<< Un giro, è chiaro? Completo! Così saprai che non ne hai messo troppo né troppo poco.>>
Ora, chi mi conosce saprà che questa era una provocazione neanche troppo velata, non avrei potuto resistere, non volevo nemmeno provarci, mi sarei potuta divertire. Con aria seria, quindi, cominciai a chiedere:
<< Quanto deve essere ampio il cerchio? A che angolazione devo tenere il gomito? Quanto tempo devo impiegare per fare il giro completo?>>
e lei senza scomporsi:
<< Ehhh, quanto piace a te. Sei a dieta? No? Allora puoi abbondare!>>
Ora, non è per essere pignoli ma… “un giro d’olio” che tipo di indicazione è? Un cucchiaio da tavola? Due? E se il giro è ampio devo aumentare il conto delle calorie del doppio o solo della metà? Certo se alzo troppo il gomito rischio che la cosa mi sfugga di mano, e se il giro è troppo corto non ne avrò messo abbastanza. Ed ancora, un giro a testa o a pietanza?
Se la ricetta ve la dà nonna, allora state tranquilli, l’avrete visto fare un milione di volte e a quanto corrisponde “un giro” lo saprete benissimo, altrimenti ricordate, soprattutto se seguite un qualsiasi regime alimentare, che:
- 1 cucchiaino da caffè corrisponde a 5ml, cioè circa 40 cal. per 5g. di grassi
- 1 cucchiaio da tavola a circa 108 cal.
- 100 grammi a circa 900 cal.
- che in genere nell’arco dell’intera giornata bisognerebbe consumare dai 2 ai 3 cucchiai da tavola (in base al fabbisogno), cioè 15ml x2-3 volte, quindi da un minimo di 30ml (che corrispondono a circa 215 cal.) ad un massimo di 45ml (pari a circa 325 cal.).
Se cuciniamo solo per noi stessi è più facile usare i cucchiaini, per esempio:
- pranzo: 1 cucchiaino per il primo, 1 per il secondo, 1 per il contorno
- cena: 1 cucchiaino per il secondo, 1 per il primo contorno, 1 per il secondo contorno
- avremo un totale di 3 cucchiaini (3x5ml) a pranzo, corrispondenti ad un cucchiaio da tavola ed altrettanto per la cena, quindi per un totale di 15ml x 2=30ml; se il fabbisogno corrisponde al massimale più alto, allora avremo ancora 3 cucchiaini da distribuire come più desideriamo.
Se cuciniamo per tutta la famiglia, per esempio 3 persone, allora possiamo sostituire il cucchiaino da caffè con il cucchiaio da tavola e mantenere le stesse proporzioni
Il cucchiaio ed il cucchiaino vi daranno un’indicazione più immediata ed un’idea chiara di quante calorie consumerete.
Confessione numero 1:
Carissima zia Ro, se leggerai questo articolo sappi che la tua è e sarà sempre la mia insalata di pomodori preferita! Non importa se ci sono talmente tanti giri d’olio che con il residuo sul fondo della ciotola si potrebbero condire altri due chili di pomodori.
Il merito, sono sicura, non è solo del meraviglioso olio extravergine di oliva che usi, ma anche dei pomodori che coltivi con amore, della cipollina fresca, del basilico profumatissimo, del peperoncino verde che con sapienza aggiungi e perché no, del pane caldo ed invitante che sempre sforni quando sai del mio arrivo.
Giuro che non è per colpa del conto delle calorie che vengo solo una volta all’anno.
Confessione numero 2:
Saretta cara, io ti voglio bene ma i “carciofi alla Giudìa” di tua nonna non li ho rifatti mai. Fritti e ri-fritti? Davvero? Non ce la posso fare!